giovedì 13 febbraio 2020

Bruno Cosso - Fotogrammi slegati


Bruno Cosso - Fotogrammi slegati 
Incontro con l'autore a cura del professore Gianfranco Cambosu,
presso il liceo scientifico di Dorgali.
Letture e musica con regia di Bruno Venturi e Sabrina Mereu.

sabato 1 febbraio 2020

Illustrando Rodari per uno spettacolo in arrivo con l'Omino delle storie

GIOVANNINO PERDIGIORNO






Il paese senza punta 

Giovannino Perdigiorno era un grande viaggitore.

Viaggia e viaggia, una volta capitò in un paese dove gli spigoli delle case erano rotondi, e i tetti non finivano a punta ma con una gobba dolcissima. Lungo la strada correva una siepe di rose e a Giovannino venne lì per lì l’idea di infilarsene una all’occhiello. Mentre coglieva la rosa faceva molta attenzione a non pungersi con le spine, ma si accorse subito che le spine non pungevano mica, non avevano punta e parevano di gomma, e facevano il solletico alla mano.

“Guarda, guarda” disse Giovannino ad alta voce. Di dietro la siepe si affacciò una guardia municipale, sorridendo.
“Non lo sapeva che è vietato cogliere le rose?”
“Mi dispiace, non ci ho pensato”.
“Allora pagherà soltanto mezza multa,” disse la guardia, che con quel sorriso avrebbe potuto benissimo esser l’omino di burro che portava Pinocchio al Paese dei Balocchi.

Giovannino osservò che la guardia scriveva la multa con una matita senza punta, egli scappò di dire:
“Scusi, mi fa vedere la sua sciabola?”
“Volentieri,” disse la guardia. E naturalmente nemmeno la sciabola aveva la punta.

“Ma che paese è questo?” domandò Giovannino.
“Il Paese senza punta,” rispose la guardia, con tanta gentilezza che le sue parole si dovrebbero scrivere tutte con la lettera maiuscola.

“E per i chiodi come fate?”
“Li abbiamo aboliti da un pezzo, facciamo tutto con la colla. E adesso, per favore, mi dia due schiaffi”.
Giovannino spalancò la bocca come se dovesse inghiottire una torta intera.

“Per carità, non voglio mica finire in prigione per oltraggio a pubblico ufficiale. I due schiaffi, semmai, dovrei riceverli, non darli”.
“Ma qui usa così”, spiegò gentilmente la guardia, “per una multa intera quattro schiaffi, per mezza multa due soli”.
“Alla guardia?”
“Alla guardia”.
“Ma è ingiusto, è terribile”.

“Certo che è ingiusto, certo che è terribile”, disse la guardia. “La cosa è tanto odiosa che la gente, per non essere costretta a schiaffeggiare dei poveretti senza colpa, si guarda bene dal fare niente contro la legge. Su, mi dia quei due schiaffi, e un’altra volta stia più attento”.

“Ma io non le voglio dare nemmeno un buffetto sulla guancia: le farò una carezza, invece”.
“Quand’è così”, concluse la guardia, “dovrò riaccompagnarla alla frontiera”.

E Giovannino, umiliatissimo, fu costretto ad abbandonare il Paese senza punta.

Ma ancor oggi sogna di poterci tornare, per viverci nel più gentile dei modi, in una bella casetta con tetto senza punta.

L PIANETA MALINCONICO
Giovannino Perdigiorno,
viaggiando in supersonico,
capitò nella capitale
del Pianeta Malinconico.
Era un giorno di sole,
l'aria calda e turchina,
ma la gente per la strada
camminava a testa china
e diceva: — Che peccato,
questo tempo non durerà,
chi sa che nubifragio
domani scoppierà!
Al ristorante il cibo
era buono, a buon mercato,
ma i clienti borbottavano:
— Che peccato, che peccato,
dopo il bello viene il brutto,
dunque purtroppo è chiaro
che domani si mangerà male
e si pagherà caro…
Chi prendeva dieci a scuola
diventava d'umor nero
e piangeva: — Sarà triste,
domani, prendere zero!
Cielo, che pessimisti, —
Giovannino rifletté,
— questo mondo senza speranza
proprio non fa per me.


GLI UOMINI A TESTA IN GIÙ

Giovannino Perdigiorno,
fra il Caucaso e il Perù,
capitò nel paese
degli uomini a testa in giù.
Brava gente, tipi in gamba,
né stupidi né strani
avevano quell'abitudine
di camminare sulle mani.
Andassero a bottega,
a casa oppure a spasso,
sempre i piedi per aria
e la testa in basso.
Pareva di stare al circo,
all'arena dei saltimbanchi:
mai perdevano l'equilibrio,
non erano mai stanchi.
- Perché state a quel modo? -
Giovannino domandò.
- È un voto? Un giuramento?
Vi divertite? - No,
ma i piedi, caro signore
li dobbiamo risparmiare,
sono molto importanti:
ci servono per ragionare

IL PIANETA FANCIULLO

Giovannino Perdigiorno
viaggiando per trastullo;
capitò con sorpresa
sul pianeta fanciullo.
Ma chiamarlo pianeta
è quasi un’esagerazione;
si tratta di un minimondo,
in una minicostellazione.
Tutto è mini, lassù
minimonti, mari mini…
nelle città in miniatura
ci stanno mini-cittadini…
Ma guardali un po’ meglio
e il mistero scoprirai:
sono tutti bambini
che non crescono mai.
Di diventare grandi
non ne vogliono sapere:
così sono felici,
così vogliono rimanere…
<< I grandi non hanno giocattoli
ai giardini non ci vanno,
hanno solo brutti pensieri
tutti i giorni dell’anno…

Noi stiamo bene così,
senza preoccupazioni …>>
E Giovannino disse:
<< Arrivederci, fifoni!>>

GLI UOMINI BLU


Giovannino Perdigiorno,
girando intorno a Corfù,
capitò nel Paese
degli uomini blu.

Vedendo un uomo bianco
quelli si spaventarono:
lo legarono mani e piedi
e in gabbia lo ficcarono.

Poi dodici professori
e duecento studenti
lo studiarono in lungo e in largo,
gli contarono i denti,

misurarono la sua testa,
scoprendo con stupore
che aveva due occhi
un naso e il raffreddore.

Lo fecero camminare,
parlare del meno e del più
e conclusero: - Ma guarda,
sei un uomo pure tu!

Credevamo fossi un mostro
perché non sei turchino:
tante scuse per lo sbaglio,
vieni, bevi un bicchierino...


IL PAESE SENZA SONNO
Giovannino Perdigiorno,
tra Salamanca e Saranno,
capitò dormicchiando
nel paese senza sonno.
In quello strano paese
che sia il letto non sanno:
non gli serve, perché
a dormire non ci vanno.
Di giorno come di notte
sempre in piedi, sempre in moto,
in tutta la loro vita
non c'è un minuto vuoto.
Lavorano, si divertono,
parlano, vanno a spasso,
piuttosto che far niente
suonano il contrabbasso.
Le mamme ai loro bambini
non cantano la ninna-nanna,
ma cantano: — Sveglia! Sveglia,
tesoro della mamma!
D'accordo, bravi, benissimo,
— commentò Giovannino, —
ora però scusatemi,
debbo fare un pisolino…





Character design e primi schizzi